Introduzione
Gli integratori alimentari, per la loro immissione in commercio, sono subordinati alla procedura di notifica dell’etichetta al Ministero della Salute. Una volta superata tale procedura, i prodotti sono inclusi in un apposito elenco con uno specifico codice, i cui estremi possono essere riportati nella stessa.[1]
La Direzione generale per l’igiene e la sicurezza degli alimenti e la nutrizione del Ministero della Salute, definisce gli integratori come “prodotti alimentari destinati ad integrare la comune dieta e che costituiscono una fonte concentrata di sostanze nutritive, quali le vitamine e i minerali, o di altre sostanze aventi un effetto nutritivo o fisiologico, in particolare, ma non in via esclusiva, aminoacidi, acidi grassi essenziali, fibre ed estratti di origine vegetale, sia monocomposti che pluricomposti, in forme predosate”.[2]
Essa precisa anche che l’impiego di vitamine e minerali negli integratori e la loro aggiunta agli alimenti, con le relative fonti, è attualmente disciplinato dal Regolamento CE 1170/2009 del 30 novembre 2009, che modifica un regolamento precedente per quanto riguarda gli elenchi di vitamine e minerali e le loro forme che possono essere aggiunte agli alimenti, compresi gli integratori alimentari.
Gli integratori alimentari, si presentano solitamente come forme orali (capsule, compresse, bustine, flaconcini), che se bene utilizzati, soprattutto se prescritti dal medico con i relativi suggerimenti sull’uso, possono contribuire al benessere migliorando lo stato dell’organismo con l’apporto di nutrienti e di altre sostanze con effetto nutritivo o fisiologico.
Metodo della rilevazione
La coorte dei consumatori di questi prodotti, è stata reclutata annotando gli acquisti degli integratori alimentari per un anno, confrontandoli con l’acquisto di farmaci nello stesso periodo, da parte di cento clienti in una farmacia privata di Milano. I clienti sono stati suddivisi in tre gruppi per fascia di età: il primo gruppo comprende clienti di età inferiore ai 26 anni (37 persone). Il secondo gruppo comprende clienti di età compresa tra i 26 e i 60 anni (30 persone). Il terzo, raggruppa clienti di età superiori ai 60 anni (33 persone).
Gli integratori acquistati sono stati raggruppati per classe omogenea (Immunostimolanti, Vitamine e Sali Minerali, Apparato Digerente, Apparato Urinario, Apparato Osteoarticolare, Apparato Oculare, Sistema Nervoso Centrale, Apparato Respiratorio).
Risultati
I risultati della rilevazione sono stati raggruppati nella Tabella 1 e rappresentati visivamente nei Grafici 1 e 2.
Discussione
Rispetto ai farmaci prescritti per le tre fasce d'età, gli integratori acquistati dai clienti rappresentano nel primo gruppo il 48%, nel secondo il 36% e nel terzo (over 60) solo il 19%, anche se numericamente sono più elevati, ma è anche più elevato il numero di farmaci prescritti per le varie patologie. Nei tre gruppi la classe di integratori più utilizzata è quella contenente le vitamine e i sali minerali, per far fronte all’astenia causata dal caldo o per un recupero più veloce dopo l’influenza.
Al secondo posto gli integratori più prescritti o utilizzati sono quelli per il benessere gastrointestinale: con il passare degli anni si registra un aumento esponenziale nell’utilizzo dei prodotti contro il reflusso gastrico, ma abbiamo chi li assume perché è stressato, altri perché a causa dei ritmi lavorativi seguono una cattiva alimentazione oppure perché i cibi continuamente elaborati perdono gli enzimi digestivi di cui dovrebbero essere ricchi.
Un altro genere di integratori alimentari per il benessere gastrointestinale molto utilizzato sono i probiotici che la maggior parte delle persone assume per contrastare gli effetti collaterali causati dagli antibiotici.
Inoltre, mentre nel terzo gruppo, che è composto dai soggetti che hanno un’età maggiore, si utilizzano molti integratori contro le patologie osteoarticolari e muscolari, quali tendiniti e sciatica, o sostanze buone per rinforzare muscoli e articolazioni o come antidolorifici; diminuendo la fascia di età sono invece più richiesti integratori contro le problematiche respiratorie o per prevenire o curare allergie e dermatiti (quest’ ultime molto ricorrenti nell’età pediatrica).
La fascia di età intermedia usa invece molti integratori per contrastare problematiche che riguardano la sfera del SNC, come i rilassanti contro l’ansia o quelli che aiutano a conciliare il sonno e insieme molti sostituti lacrimali per contrastare la secchezza oculare causata da sostanze irritanti disperse nell’aria o da stress visivi.
Tanto utilizzati nei tre gruppi sono anche gli integratori contenenti sostanze immunostimolanti come la vitamina C, la lattoferrina e la quercetina, in particolare queste ultime due sono ritenute, (tramite il passaparola tra conoscenti o attraverso le letture di articoli), particolarmente efficaci per prevenire il COVID.
Conclusioni
L’utilizzo degli integratori sta crescendo e superando quello dell’uso dei farmaci. Tale fenomeno viene maggiormente evidenziato man mano che l’età delle persone decresce. Mentre le persone più anziane si avvalgono maggiormente dell’uso dei medicinali prescritti dal medico e solo in aggiunta degli integratori alimentari sempre prescritti dal medico. Scendendo di età l’uso degli integratori aumenta sempre di più nei confronti dei farmaci.
Mentre le persone anziane utilizzano gli integratori mediante la prescrizione medica, quelli più giovani assumono gli integratori senza che questi vengano prescritti dal medico, ma perché consigliati da amici o cercando in siti internet (spesso scarsamente attendibili).
Come può accadere con i medicinali, gli integratori possono causare effetti indesiderati, sebbene non tutte le persone li manifestino, ma anche interazioni con alcuni farmaci. A volte possono creare false aspettative di guarigione che comportano ritardo nell’avvio di una terapia più efficace e questo porta come conseguenza un allungamento della durata delle patologie ed una maggiore assunzione di farmaci.
Effetti collaterali: devono essere presi in considerazione gli effetti collaterali dovuti ad un uso prolungato e ad alte dosi, gli eventuali rischi durante la gravidanza e l’allattamento. Interazione con farmaci ed eventuali effetti indesiderati: l’eventuale interazione farmaco-integratore non è da sottovalutare.
Ritardo di una terapia più efficace utilizzando un farmaco: il tempo perduto assumendo un prodotto inefficace può fare perdere tempo prezioso e di conseguenza può facilitare la progressione della malattia.
Costo: il prezzo degli integratori può influire sul bilancio familiare nel caso di acquisto di integratori non indispensabili o che non assicurano la cura di una patologia.
False speranze: un insuccesso terapeutico causato da una pubblicità fraudolenta può demoralizzare e deprimere il paziente. A questo si aggiunge un maggior costo monetario da parte della popolazione.
Una indagine di Mediobanca prevede che il mercato europeo degli integratori alimentari arriverà entro i prossimi tre anni ad un valore che si aggirerà intorno ai cinque miliardi di euro. Già ora il giro di affari dei produttori italiani è valutato intorno ai quattro miliardi di euro. [3]
Da quanto sopra esposto emerge la necessità che i farmacisti diano supporto ed assistenza ai consumatori fornendo loro le corrette informazioni per quanto riguarda i benefici e gli eventuali danni che gli integratori alimentari potrebbero eventualmente causare. Guidarli anche a ricercare le corrette informazioni segnalando dei siti internet più sicuri e indipendenti.
In definitiva i medici ed i farmacisti devono assistere i consumatori indicando loro i rischi ed i benefici degli integratori alimentari, spiegando gli effetti indesiderati, le eventuali interazioni con i farmaci, il tempo di utilizzo e la corretta dose, che spesso non sono indicati nel foglio illustrativo o sulla confezione.
Una corretta informazione impone di non esaltare il ruolo degli integratori, che deve essere ricondotto al beneficio rivendicato in fase di autorizzazione ministeriale, con le indicazioni che illustrano la composizione nutrizionale del prodotto da riportare in etichetta.
Bibliografia
[1] Ministero della Salute, Direzione generale per l’igiene e la sicurezza degli alimenti e la nutrizione, https://www.pnrr.salute.gov.it/portale/pnrrsalute/homePNRRSalute.isp
[2] Ibidem
[3] Il Messaggero, 25 settembre 2022, p.15.